top of page
  • Immagine del redattoreSerena

Malaria in Kenya

Aggiornamento: 13 ott 2020

Parla l'esperta in Scienze Naturali Federica Pedrazzini.


Hai prenotato una vacanza in Kenya e devi affrontare per la prima volta il problema della malaria? Federica ha raccolto le domande più frequenti dei viaggiatori, per cercare di dare una risposta a tutti i tuoi dubbi. Vediamole insieme!

Cos’è la malaria?


La malaria è una malattia infettiva, causata da protozoi parassiti del genere Plasmodium. Ma cosa sono i protozoi? Si tratta di microrganismi unicellulari, che si differenziano da batteri e virus per la struttura cellulare più complessa.


Come si trasmette?


I protozoi parassiti vengono trasmessi da persone già infette a persone sane attraverso la puntura delle zanzare femmine del genere Anopheles. Più raramente la trasmissione avviene tramite contatto diretto con sangue infetto, per esempio a seguito di trasfusioni. Il contagio NON avviene invece tramite saliva o ingerimento di acqua non potabile.


Come si evolve la malattia?


I parassiti iniettati dalla zanzara infetta si annidano nel fegato, dove si riproducono, e dopo circa 1-3 settimane si trasferiscono nel sangue. Qui i plasmodi continuano la riproduzione, attaccando e distruggendo i globuli rossi. L’infezione causata da Plasmodium falciparum è la più grave: i globuli rossi infetti possono ostruire i vasi sanguigni, con gravi conseguenze per gli organi vitali.


Il rischio di contrarre la malaria in Kenya è alto?


La diffusione della malattia ha subito un drastico calo negli ultimi dieci anni, grazie alla distribuzione di una terapia antimalarica combinata a base di artemisinina. Tuttavia, in Kenya si verificano ancora oggi alcuni casi di contagio, ed è importante durante la vacanza adottare misure di prevenzione contro le punture di zanzara, specialmente se si ha in programma un safari.


Le zanzare in Kenya ci sono tutto l’anno?


Si, le zanzare in Kenya sono presenti tutto l’anno, grazie al clima particolarmente favorevole.

Da novembre a febbraio sono però pochissime, data la quasi totale assenza di piogge e di umidità che caratterizza i mesi estivi.


Quando sono più attive le zanzare durante la giornata?


Durante la giornata è necessario fare maggiore attenzione durante le ore serali e notturne, quando le zanzare del genere Anopheles sono più attive.


Quali sono le categorie più vulnerabili?


Le donne in gravidanza e le persone affette da AIDS o HIV sono le categorie più soggette al rischio di contrarre la malaria in forma acuta. Questo è dovuto ai cambiamenti nel sistema immunitario della donna durante la gestazione e all’abbassamento delle difese immunitarie in chi è affetto da HIV o AIDS. Sono considerati a rischio anche i viaggiatori provenienti da zone non endemiche, zone cioè in cui la malaria non è presente, e che non hanno quindi sviluppato alcun tipo di immunità.


E i bambini?


Le famiglie che viaggiano in Kenya devono rivolgersi al pediatra, che darà le indicazioni più appropriate caso per caso. Di solito i metodi di prevenzione consigliati sono gli stessi per bambini e adulti: indipendentemente dall’età, infatti, tutti i turisti provenienti da paesi in cui la malaria non è diffusa sono considerati a rischio.

Quali sono i metodi di prevenzione?


Evitare il più possibile il contatto tra zanzara e uomo è l’obiettivo principale dei metodi di prevenzione. Importante dunque utilizzare un repellente, specialmente durante i safari, non impiegare profumi o prodotti profumati sul corpo e coprire braccia e gambe durante le ore crepuscolari. Per quanto riguarda le ore notturne, tutte le guesthouse sono dotate di zanzariere per il letto impregnate di insetticida. Per limitare la presenza di insetti in camera, è comunque utile tenere chiuse le finestre durante le ore serali e spruzzare un repellente nella stanza prima di andare a cena, da lasciar agire per qualche ora. Chi invece preferisce i metodi naturali e ha in programma una vacanza da novembre a febbraio, quando la presenza di zanzare è minore, può utilizzare qualche goccia di olio di neem puro, da spalmare sulle parti esposte.


È obbligatorio vaccinarsi contro la malaria?


Il vaccino contro la malaria non è obbligatorio, perché non ancora disponibile. Il primo programma di vaccinazione è partito lo scorso maggio nei tre stati di Malawi, Ghana e Kenya e ha come obiettivo la distribuzione del vaccino ai bambini africani di età inferiore ai due anni, che costituiscono la fascia d’età più vulnerabile.


È utile fare la profilassi prima di partire?


Per i consigli sulla profilassi antimalarica è bene rivolgersi all’ASL o al proprio medico, che valuteranno la situazione caso per caso. La presenza di zanzare in Kenya non è molto elevata e per tenerle lontane è sufficiente adottare scrupolosamente le misure di prevenzione indicate. Tuttavia, è necessario far valutare il proprio caso da un medico, specialmente se si rientra tra le categorie più a rischio e si hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia in forma acuta. Da ricordare che la chemioprofilassi fatta nel modo scorretto può allungare i tempi di incubazione.


Quali sono i tempi di incubazione?


I primi sintomi compaiono dopo almeno una settimana, ma possono trascorrere anche due settimane o addirittura diversi mesi tra la puntura di una zanzara infetta e la manifestazione della malattia, a seconda del tipo di plasmodio. Se i responsabili dell’infezione appartengono alle specie Plasmodium vivax e Plasmodium ovale, è possibile avere delle ricadute anche a distanza di mesi, causate dalla produzione da parte del parassita di forme silenti che si annidano nel fegato. In questo caso è necessaria una cura specifica.


Per quanto tempo una persona malata rimane contagiosa?


Una persona affetta da malaria può risultare infettante per anni, se la malattia non viene curata.

Il periodo di contagiosità è di un anno, nel caso di un’infezione di Plasmodium falciparum, uno o due anni se il plasmodio appartiene alla specie Plasmodium vivax o Plasmodium ovale e più di tre anni nelle infezioni di Plasmodium malariae.


Quali sono i sintomi?


L’infezione si manifesta con sintomi simili a quelli influenzali, e cioè mal di testa, nausea e vomito, diarrea, brividi, febbre e dolori muscolari. La presenza di anemia, dovuta all’attacco dei globuli rossi da parte del parassita, può aiutare nella diagnosi. Una forma più grave di malaria è provocata da Plasmodium falciparum: se non viene trattata tempestivamente la malattia può coinvolgere gli organi vitali, portando nei casi più gravi alla morte.


Come si cura?


Alla manifestazione dei primi sintomi è importante recarsi il prima possibile da un medico, che si occuperà di diagnosticare la presenza o meno della malattia, di individuare il tipo di parassita, di valutare lo stato clinico del paziente e di prescrivere la cura più adatta. Il trattamento più diffuso in Africa è costituito da una terapia combinata a base di artemisinina, utile per debellare anche le infezioni del pericoloso Plasmodium falciparum, ma questo tipo di cura non è ancora disponibile in Italia. È consigliabile acquistare la medicina nelle farmacie keniote al costo di pochi euro, per poterla eventualmente utilizzare al rientro, sotto la supervisione del medico. Il trattamento è in grado di curare efficacemente la malaria diagnosticata allo stadio iniziale. Se la malattia è già ad uno stadio avanzato o sono presenti forme dormienti del parassita nel fegato, sarà il medico ad indicare la terapia più appropriata.


Se durante il tuo viaggio in Kenya segui accuratamente i consigli che ti vengono dati, è molto difficile che tu venga contagiato. Fai comunque molta attenzione alla comparsa di febbre e di altri possibili sintomi, anche dopo qualche settimana dal rientro, e ricorda che la malaria, presa per tempo, è facilmente curabile.

Non ti resta che partire, Buon viaggio!


Federica Pedrazzini

Serena



601 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page