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Immagine del redattoreSerena

Vivere a Watamu

Aggiornamento: 13 ott 2020

Cosa significa davvero viverci e come riuscirci?



Molti turisti che incontro mi fanno i complimenti per la scelta coraggiosa o rimangono stupiti chiedendomi dieci volte se DAVVERO io viva qui.


In realtà non c’è stato niente di più facile per me. Non mi sono neanche accorta, mi sono semplicemente ritrovata a vivere dall’altra parte del mondo. E non mi manca nulla delle comodità a cui sono sempre stata abituata, non mi manca la tranquillità di casa, non mi mancano i comfort, non mi manca nulla. È questa casa mia ormai! Chi lo sa, forse lo è stata anche in un’altra vita.


C'è da dire che vivere a Watamu non è come stare nella savana, non ho fatto una scelta così drastica. Ho qui vicino i supermercati, i locali per uscire, i ristoranti, le discoteche; è un paesino turistico quindi per me è solo vivere con tempi e modi diversi, senza stress e superficialità, è vivere tranquilla con un lavoro, una famiglia, degli amici e la natura che mi circonda.


Una volta mi è stato chiesto: ma cosa ci trovi di bello a vivere qui? Io vedo solo povertà e business. E io rispondo che invece ci vedo molto di più, vedo l’umanità. E il vivere senza il giudizio della gente e le regole imposte dalla società occidentale che non ti permettono di essere davvero LIBERA.


Qui riesco a sentirmi viva, avere in mano la mia vita, gestire il mio tempo e AMARE.

Vivere in Kenya significa anche rimanere senza acqua per giorni, una volta mi sono lavata con l’acqua piovana! Significa non avere corrente dopo ogni pioggia ed essere isolata dal mondo, significa avere il tempo di riflettere sulle situazioni che ti capitano giornalmente, significa guardarti nel profondo e capire che l’unica cosa che rimarrà di te su questa terra è l’amore e le opere di bene che saprai fare.


Significa avere a che fare con la corruzione, con persone abituate a non lavorare “tanto i bianchi manderanno donazioni dall’Italia”, significa scontrarsi con le schifezze che gli italiani furbetti fanno qui, e starne bene alla larga.


Per favore, se venite qui non chiedete di farvi portare negli orfanotrofi, quasi sicuramente i bambini che vedrete avranno due genitori belli in carne ed ossa che si divideranno le vostre donazioni. I bambini non sono un’attrazione turistica, ma lo diventano nel momento in cui il turista ne farà richiesta. Vi assicuro quasi sempre.


Il Kenya non è un Paese facile, difficile da comprendere per un occidentale. Per questo lotto con tutta me stessa, per far capire alle persone che “non è tutto oro quello che luccica”, ad esempio dando dei soldi alla gente, pensando ingenuamente di aiutarli, si contribuirà invece a rovinare questa popolazione. Fare regali o comprare farina al primo sconosciuto che diventa il tuo migliore amico non è un atto d’amore, ma un errore incosciente e grave (per più info leggi questo post). Le mie parole potranno sembrare dure o scomode, ci sono abituata, ma io mi sento responsabile e colpevole come lo siete tutti voi che avete già visitato questa Terra. Ed ora è mio DOVERE far vedere la realtà da un altro punto di vista, dare informazioni, salvare il salvabile con questo mio blog.

Trasferirsi a Watamu non è molto semplice lo ammetto, io sono stata fortunata perchè lavoravo già in Italia con il computer, quindi spostarmi è stato facilissimo. Purtroppo (o per fortuna) il governo keniota ha un pò tagliato le gambe agli italiani che vogliono trasferirsi qui.


Cosa serve per poter lavorare in Kenya?


Serve un permesso di lavoro (molto costoso) oppure disporre di un grosso capitale da trasferire in un conto keniota per poter fare investimenti. Chi vorrà sposarsi, e poter lavorare come un locale, dovrà attendere 7 anni per avere la cittadinanza keniota, prima è possibile avere solo un permesso di soggiorno e bisognerà comunque richiedere un permesso di lavoro.


Lavorare come dipendenti a Watamu


è difficile perchè i titolari devono dichiarare che il lavoro da te svolto non può essere fatto da una persona locale, devono pagare per te il work permit che a loro non è conveniente e stipendiarti con cifre più alte rispetto a quelle che prenderebbe un africano.


Per più info dettagliate clicca qui


Cosa valutare prima di trasferirsi in Kenya?


Come ho appena detto, prima di tutto bisogna capire come poter fare per lavorare, poi bisogna tenere conto della sanità, trovare un buon ospedale di riferimento (o uno specifico in caso di particolari patologie) e una valida assicurazione dato che la sanità è privata e costosa. Altre cose da non sottovalutare sono il fatto di riuscire a convivere con le molte contraddizioni di questa Terra, una cultura diversa e un territorio abitato da molti musulmani (quindi rinunciare ad effusioni in pubblico e, per le donne, non girare troppo scoperte). Inoltre, lo stile di vita è completamente diverso rispetto all'Italia, devi tener conto anche della tua capacità di cavartela completamente da solo nel momento in cui ti succederà qualcosa di assurdo e capirai che non ti potrai fidare di nessuno, africano o italiano.


Il mio consiglio è sicuramente quello di andare con i piedi di piombo e cercare di trascorrere in loco qualche mese di "prova", dopo aver valutato tutto prendere una decisione. Se hai un lavoro da poter svolgere da remoto a computer che non ha a che fare con il Kenya ti basta avere un permesso turistico che puoi estendere fino a 6 mesi consecutivi (3+3), per poi uscire qualche giorno dal Pese e rientrare. Stessa cosa se invece vorrai solo svernare 6 mesi all'anno.


Watamu è il paese dei balocchi, o la ami o la odi.


Le cose da pensare sono molte, ma nulla è impossibile e come dico sempre: se una cosa la vuoi davvero la otterrai.


Il mio progetto è nato per risvegliare le coscienze e dimostrare che l'Africa non è quel Paese che ci fanno conoscere alla tv. C'è in ballo la vita reale delle persone, non la favola del bianco che deve aiutare per forza il nero. Certo può aiutarlo, ma ad essere libero, non schiavo per tutta la vita! Quello che a me sta a cuore è informare e preparare i turisti all’esperienza che affronteranno in questa Terra meravigliosa, che ha da dare molto e che è ancora in grado di sognare. Ecco, quindi, perchè incentivo a fare viaggi sostenibili: il sincero interesse ad aiutare le popolazioni locali.


Per qualsiasi domanda io mi rendo disponibile.




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